L'album
d'esordio dei Libra,
"Sottopelle", è il risultato di un anno di lavoro dove beat ed
elettronica creano una magica alchimia.
"Sottopelle"
richiede tempo per essere ascoltato; ha un tono intimo, profondo ma diretto,
con qualcosa di viscerale, che ti entra dentro e risveglia fantasmi che credevi
sopiti.
Si va da
"Sottopelle”, che racconta delle persone che restano appunto sottopelle
anche quando non sono più con noi, a "Vortice", un'ossessione
famelica che logora consapevolmente, passando da "Morbida", come una
persona trovata quando si aveva bisogno.
"La paura
di Cloe" si concentra sulla paura del futuro di una giovane che sta
cercando se stessa, mentre "Buio Immobile" ha in comune con
"Nulla è per sempre" la voglia di cogliere l'attimo che si fa
prepotente in questi quattro giovani musicisti esordienti.
La parola a Iacopo (voce) , Gian Marco (chitarre),
Alberto (beat e pelli) e Federico (basso).
Il vostro nome Libra richiama il segno zodiacale della bilancia, quindi
equilibrio… Ma tra cosa?
I Libra sono quattro musicisti un
po' malinconici con alle spalle tante esperienze diverse ma con la passione in
comune per la musica elettronica.
Libra è anche l’equilibrio, questo
equilibrio noi lo raggiungiamo con la musica e ciò si vede maggiormente nei
nostri live dove le nostre forze confluiscono tutte insieme verso ciò che
stiamo suonando. I brani che componiamo creano un delicato equilibrio in veste
“minimalista” e basterebbe un suono in più o una sola nota in meno per
romperlo. Insomma l'equilibrio ha diversi significati e tanto valore per noi…
Come definite la vostra musica?
La nostra è una musica dal respiro
internazionale dove l'elettronica è pacata e trascinante allo stesso momento.
Proprio queste due contraddizioni sono fondamentali per la nostra musica:
minimale, equilibrata e atmosferica.
“Sottopelle” è il vostro album d’esordio. Come nasce?
“Sottopelle” è un album intimista,
scuro e racconta le nostre sensazioni più profonde. Laptop, drum machine, synth
e chitarre reverberate: abbiamo cercato di creare un disco eterogeneo
mantenendo come filo conduttore l'elettronica alternando beat trascinanti ad
atmosfere dilatate. Alle spalle c'è stato tantissimo lavoro, tante ore passate
in studio e tanto sudore versato.
Chi è, invece, “Zoe”?
Zoe è una ragazza che nasconde del
disagio interiore e che rappresenta tanti giovani della nostra generazione. È
stanca e oppressa dalla quotidianità, eppure è bellissima...
Mai volgare, ma nessuna censura in “Leccami”…
L'intervista continua qui