mercoledì 11 luglio 2012

Intervista esclusiva ad Adriana Cantisani - La Tata si racconta

Sguardo luminoso, sorriso aperto e dolce fermezza in ogni cosa che fa. 

Questa è, in poche parole, Adriana Cantisani, meglio nota al pubblico italiano come Tata Adriananel programma Sos Tata. Ma Adriana è molto di più. 

Nata a Montevideo, si è trasferita negli Stati Uniti con la famiglia dove è nata la suapassione per i bambini e l’infanzia. Durante gli studi ha lavorato come coordinatrice delle attività di psicomotricità di bambini e adolescenti con severi handicap sia mentali che fisici, per poi arrivare a laurearsi nel 1992 in lingue (studi italiani) con indirizzo in psicologia cognitiva per l'apprendimento linguistico, conseguita presso University of California, San Diego. 
Innamoratasi di un italiano, si è poi trasferita nel Bel Paese dove tutt’ora vive, con il marito e i figli. 

Andiamo a scoprire qualcosa in più di lei. La Voce l’ha intervistata per voi. 

Adriana, lei è nata a Montevideo, è cresciuta negli States, e ora vive in Italia. Come convivono in lei tutte queste culture? 
La risposta è semplice: io vengo già da una famiglia multiculturale! Mio padre era figlio di italiani, mia madre per metà brasiliana e per metà tedesca quindi comunque già dalla nascita c’era un mix di cultura, ne ho solo aggiunta un altro po’. Qualcuno forse la vive come un ostacolo da superare, viste le difficoltà di una lingua da imparare. Ma per me è un valore aggiunto. 


Sos Tata è il programma che l’ha resa celebre in tutta Italia. Dal passato a oggi le problematiche dei bimbi, e dei genitori, sono sempre le stesse o si sono modificate?
Per quanto riguarda la mia esperienza con le famiglie, i bambini sono gli stessi da sempre, non sono cambiati. Hanno sempre le stesse paure, le gelosie, la fatica a scuola… Ciò che ci definisce come persone non ha subito modifiche e lo stesso per i genitori: vivono le stesse ansie e le stesse responsabilità, come 50 o 100 anni fa. Quello che credo sia cambiato è invece la società in cui viviamo. Ovviamente sono nate nuove problematiche. Ad esempio, una volta il bambino per i primi 3 anni di vita stava con la madre, molte volte adesso non è così se la mamma deve lavorare. 
E poi le agende dei bambini sono piene di impegni, troppi! C’è chi tende a dire che sono i genitori a volerli arricchire con diverse esperienze ma è anche vero che con se entrambi i genitori lavorano, un bambino da solo non può stare. Musica, sport, troppe cose da fare possono arrecare ai piccoli molto stress, però è il mondo in cui viviamo che ci porta a fare queste scelte. 

Come vede le nuove realtà famigliari che si sono venute a creare? Genitori separati, mamme single, genitori omosessuali…? 
La risposta potrebbe essere lunga e articolata. Non vedo nessun problema con queste realtà, anche perché ho amici separati con figli e anche single con figli e io personalmente non vedo il problema. Ciò che è importante è però ricordare sia nel caso del separato che nel single o nella coppia omosessuale, che un bambino per un sano sviluppo psicologico ha bisogno sia della figura femminile che maschile con cui confrontarsi, questo è importantissimo. Ho due amiche omosessuali, sposate in Inghilterra, con due bambine, che hanno lo stesso papà. E anche se non vive con loro, fa le veci di un padre. 
Si potrebbe dire allora che anche un papà vedovo o una mamma vedova hanno lo stesso problema, cioè la presenza di un genitore ma la mancanza dell’altro. 
È vero poi che se dobbiamo considerare i pregiudizi e la pressione sociale, i problemi diventano altri, ma non sono legati al concetto della famiglia in sé. 

Lei è l’inventrice di ‘English is Fun!’ metodo innovativo per insegnare l’inglese ai più piccoli che unisce gioco e apprendimento. Quali stratagemmi usa per far imparare, divertendo, questa lingua ai più piccoli? 
Il metodo “English is Fun!” prevede un particolare approccio linguistico che a sì che I bimbi capiscano ciò che gli viene detto dalla maestra sin dal primo incontro. Questo è importante per instaurare il rapporto di fiducia che è alla base dell’apprendimento linguistico, sia nella prima che nella seconda lingua. Le attività sono specifiche, pensate appositamente per sviluppare le abilità di apprendimento dei bimbi e quindi toccano le sfere fisiche,socio emotive e cognitive dello sviluppo bimbo, che è coinvolto a 360°. Si lavora in piccoli gruppi e ci si diverte tanto, per questo “English is Fun!” 


Ha recentemente creato l’équipe di Obiettivo Bimbo, centro di formazione e consulenza e sta lavorando molto sulla sua figura di Family Coach, l’allenatrice della famiglia, cioè la persona che individua strategie per migliorare la situazione familiare a vantaggio di tutti i membri ma in particolare dei bambini. Quali metodi avete comprovato? 
L’innovazione di Obiettivo Bimbo è proprio il lavoro di equipe: si lavora sempre in gruppo. Le difficoltà, quando viene una famiglia da noi, non è solo della mamma o del papà, ma è della famiglia intera e non può bastare un approccio unilaterale. Per esempio, se bimbo mangia poco si pensa che magari basti rendergli il pranzo divertente o decidere insieme il menù per risolvere, ma non è così semplice. A volte il non mangiare è la punta dell’iceberg perché sotto, non sempre ma spesso, c’è un disagio psicologico più profondo che richiede l’intervento di uno psicoterapeuta per i genitori e di uno psicomotricista per aiutare il bimbo con le emozioni. 
Il family coach può aiutare nella praticità quotidiana. Non ci concentriamo su una cosa sola, non si può risolvere una problematica ignorando le altre: è questa l’innovazione. 

Che progetti ha per il futuro? 
Stiamo organizzando un lancio ufficiale del progetto Obiettivo Bimbo, è previsto per metà settembre. 
Per quanto riguarda progetti miei particolari, girerò a fine estate un programma su “DeA Junior”, un canale per bambini della De Agostini. Bollono sempre tante cose in pentola anche perché amo molto il mio lavoro. 

Infine, se potesse dare a dei genitori un consiglio prezioso, uno solo, per far crescere un bambino sereno quale sarebbe? 
Penso che la cosa più importante sia credere sempre nella potenzialità dei nostri figli, non perdere mai la fiducia in loro. Questo è regalo più bello che possiamo fare: crediamo in loro fino alla fine. 

E se lo dice lei, non possiamo che crederle. 

Il Melting Pot di Davide Bramante

Un po’ raccolta, un po’ collezione, mescolanza, combinazione, fusione. Reminiscenze leopardiane perZibaldone|Davide Bramante, la prima retrospettiva in Sicilia dedicata all’artista di origine siracusana e alle sue grandi fotografie, photos, in programma alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento dall’Associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento con la cura di Marco Meneguzzo. S’inaugura il 29 giugno, ore 18.30. 

Nato a Siracusa nel 1970, dopo l’Istituto d’Arte si laurea a Torino all’Accademia Albertina di Belle Arti. Quindi si trasferisce negli USA, e poi a Londra dove sono state oggetto di ammirazione le sue photos di grosso formato dedicate alle metropoli del mondo e realizzate con un’originalissima e personale tecnica fotografica risultato di esposizioni multiple, non digitali, realizzate in fase di ripresa. 

La mostra consta di 60 immagini che documentano l’attività del fotografo-globetrotter che dal 2000 gira il mondo per dar vita al suo personale stile di racconto: la sovrapposizione di diversi fotogrammi sulla stessa pellicola, tecnica che Davide Bramante ha portato a livelli estremi di raffinatezza, anche concettuale. “Da quattro a nove scatti sovrapposti. E senza l’intervento digitale”, racconta l’artista. 

Spiega il critico e curatore Marco Meneguzzo: “Quando Davide Bramante fotografa una città, un paesaggio o anche più città, trasferisce in una specie di melting pot visivo certe impressioni e dati singoli che vanno a comporre una sorta di puzzle zeppo di informazioni visive”
Il catalogo di Zibaldone è di Silvana Editoriale
La mostra sarà aperta fino al 26 agosto. 

Zibaldone | Davide Bramante 
29 giugno > 26 agosto 2012 
ORARI 
da martedì a domenica ore 16.30 – 20.30 
Chiuso lunedì e Ferragosto 
Ingresso libero 

FAM - Fabbriche Chiaramontane 
Agrigento, Piazza San Francesco 1 Tel. 0922-277.29 
www.ottocentosiciliano.it 

Shia LaBeouf e il nudo integrale

Il gruppo Islandese Sigur Ros, tornati dopo 4 anni con l’album Valtari, torna a far discutere. Repetita iuvant. Infatti, dopo aver mostrato varie grazie nel video Gobbledigook, risalente al 2008, hanno confermato la loro predilezione per il nudismo con l'ultimo lavoro, Fjögur Píanó , video che vede come protagonisti Shia LaBeouf, reso celebre dal film Transformer, e Deena Thomsen. 

È stato dalla regista Alma Har'el, che come altri videomaker ha partecipato al progetto dei Sigur Ros chiamato Valtari mistery film experiment. La band ha infatti chiesto ad alcuni registi, con a disposizione tutti lo stesso limitato budget, di interpretare a loro piacimento le tracce del loro sesto album Valtari. 

Curiosi e diversissimi i risultati, l'intenso nudo di Labeouf ("nulla di programmato, è accaduto da solo durante i 5 giorni di riprese", assicura la regista) e con le sue immagini violente ed angoscianti (farfalle morte, sangue, specchi rotti) ha sconvolto più degli altri. 

YouTube ha censurato il video e ne permette la visione solo agli utenti registrati e maggiorenni: su volete vederlo andate su Vevo dove, invece, è a disposizione di tutti. 

Etoile Bleue di Miro' venduta per 23,5 milioni di sterline

L'asta serale d'arte impressionista e moderna del 19 giugno da Sotheby's ha inaugurato le tre settimane d'aste estive a Londra. Se l’avvio è stato quantomeno incerto, il proseguimento proprio no. La celebre Stella Blu dell'artista catalano Joan Mirò, è stata venduta all'asta ieri sera da Sotheby's a Londra per 23,5 milioni di sterline (36,9 milioni di dollari). L'opera, il cui nome originale è Peinture (Etoile Bleue), risale al 1927. Il suo prezzo di vendita ha superato quello delle opere di Mirò finora andate all'asta, compreso il record di 16,8 milioni di sterline registrato sempre a Londra all'inizio di quest'anno, ha detto Sotheby. 

L'Etoile Bleue ha segnato anche il prezzo più alto per qualsiasi lavoro grafico venduto a Londra dall'inizio di quest'anno. Helena Newman di Sotheby's, ha sottolineato come l'opera sia uno dei più importanti dipinti di Mirò. 

A parte Mirò, i lavori più interessanti in offerta erano un gruppo di otto opere su carta di Kandinsky (lotti 18-25) provenienti dalla stessa collezione di cui uno solo non ha trovato il compratore, mentre tre hanno ecceduto la stima iniziale e uno solo ha venduto sotto la stima. 
Di buon livello anche le opere di scultura proposte, fra cui spicca un bronzo di medie dimensioni di Henry MooreMother and Child with Apple del 1956 (edizione di 10), mentre ha spiccato per assenza Picasso: solo due le opere, un dipinto tardo di grandi dimensioni del 1972 Homme Assis passato di mano senza entusiasmi a 6,2 milioni di £ (stima 6-9 milioni) e un lavoro su carta aggiudicato entro la stima. 

"Essere scrittore non e' facile, ma e' bellissimo, e gia' questo allontana qualsiasi desiderio di smettere". Intervista esclusiva ad Andrea Valente

La sua prima vignetta venne pubblicata nel 1990sul New York Times. Il resto è storia. 

Scrittore e illustratore italiano, Andrea Valentenasce a Stradella, nell’Oltrepò Pavese. Dando un occhio alla sua produzione, dalla Pecora Nera, il suo personaggio più celebre, a Sottobanco, una raccolta di racconti puliti e diretti in cui tutti noi possono ritrovarsi, e ancora Cervelloni d’Italia che racconta 80 imprese di italiani che, tra il 1861 e il 1961, hanno realizzato qualcosa di speciale, si può senza dubbio affermare che Valente è un autore poliedrico, eclettico
Al suo lavoro è dedicata una grande mostra al Festival di Illustrazione di Pavia, aperta proprio in questi giorni. 

Lo scrittore ha vinto il Premio Andersen 2011 come autore completo con la seguente motivazione: Per una produzione editoriale vasta e diversificata, capace di coniugare con inesausta felicità narrazione e divulgazione, qualità della scrittura e attenzione alle esigenze del lettore… per il brio e la freschezza che costantemente accompagnano, in bilanciata fusione, testi e illustrazioni”.
Energico e pieno di idee, La Voce l’ha intervistato per voi.
 


Andrea , quando hai iniziato a scrivere e spinto da cosa? 
Il mio primo libro Un anno da Pecora Nera è del 2000 e nasce da una situazione insolita, quasi unica. Io disegnavo e basta. Pecore soprattutto, visto che quello era il periodo d’oro della Pecora Nera. Non pensavo a scrivere, ma un giorno dalla casa editrice Fabbri mi hanno contattato proponendomi di scrivere un libro. Ovviamente ho accettato, anche se gran parte del tempo l’ho trascorsa pensando a cosa scrivere. 
Quindi, in un mondo dove tantissime persone hanno un libro nel cassetto, ma non hanno un editore, io avevo l’editore, ma nulla nel cassetto. Non avevo nemmeno il cassetto! 


Sei anche illustratore. Cos’hanno in comune disegno e scrittura?
Disegno e scrittura sono per me due facce della stessa medaglia

Nei miei libri, con le parole e con le immagini esprimo due volte il medesimo concetto, sommando una cosa all’altra, dando più forza a ciò che voglio dire.Uno dei miei prossimi libri, però, sarà illustrato da un’altra persona e io mi limiterò al testo. Sono molto curioso, perché in questo caso, se le cose vanno bene, disegno e scrittura non si sommano, ma si moltiplicano. Se funziona, però, altrimenti son guai! 


La tua illustrazione più celebre è Pecora Nera. Com’è nata e soprattutto cosa significa per te essere Pecora Nera? 
La Pecora Nera è nata per caso, prendendo in giro Lupo Alberto. 
Un’azienda che produceva biglietti e magliette mi chiese di pensare a dei personaggini per i loro prodotti e, per darmi qualche esempio, mi diedero tutti i biglietti di Lupo, che io già leggevo e conoscevo. Alla prima riunione, scherzando proposi un biglietto di buona fortuna, con un lupo azzurrognolo impiccato (!) e la scritta ‘crepi il lupo!’. Con mia sorpresa, lo scherzo fu accettato e il biglietto prodotto. Ma se il lupo è morto (bonariamente), a chi far dire quella frase se non all’animale che è il suo opposto, quindi una pecora? Allora non una pecora qualsiasi, bensì una Pecora Nera ed eccoti il personaggio. La filosofia di fondo è usare la propria testa, per chi ce l’ha. Chi non ce l’ha è una pecora bianca e non ci importa. 


C’è un autore che ti ha particolarmente influenzato? 
Più di uno, ma volendo fare un nome solo, sicuramente Gianni Rodari, che leggevo da bambino e leggo ancora. E chi non lo legge non sa cosa si perde! 



Essere uno scrittore non è facile... C’è stato un momento in cui hai detto”Basta! Mollo tutto!”? E se sì, cosa ti ha fatto reagire? 
Essere scrittore non è facile, ma è bellissimo, e già questo allontana qualsiasi desiderio di smettere. 
Se però mi guardo indietro, vedo che le cose che mi è capitato di fare sono state come tanti treni in corsa, su cui sono saltato. Mi piace fare tante cose, anche diverse, e cambiare treno ogni tanto. Nei momenti più difficili, quando un treno rallenta, il trucco è cambiare treno. Chissà dove si arriverà...! 



Scrivi per i giovani. Cosa è cambiato nel loro mondo e com’è cambiato il tuo approccio con loro negli ultimi anni? 
Innanzitutto ti ringrazio per aver utilizzato la parola ‘giovani’, perché è perfetta. Non scrivo per bambini, semmai per ragazzi, ma giovani è davvero la definizione migliore. E siccome scrivo anche un po’ per me, forse è un modo per tenermi giovane... 
Essenzialmente quello che mi piace nei giovani, e credo sia sempre stato così e sempre sarà, cambiando negli anni solo il contorno, è che sono pieni di futuro, mentre gli adulti sono spesso ingolfati dal passato e imbottigliati dal presente. Il mio approccio è diretto. Non cerco un modo particolare per confrontarmi con loro: se funziona bene, altrimenti è meglio lasciar perdere, perché i ragazzi se ne accorgono subito, se li stai prendendo in giro oppure no. 

Se non avessi intrapreso questa strada, cosa avresti fatto? 
Avrei preso un treno per chissà dove. 

The Absorbing Eye, Zucchi in mostra a Pisa

Inaugurata a Pisa sabato 16, la mostra fotograficaThe Absorbing Eye ha già riscosso grande successo. 

Il fotografo Dario Zucchi, milanese residente a Washington, si configura come un vero e proprio"predatore urbano" che, armato di macchina fotografica, individua, segue ed immortala i soggetti che più lo ispirano. 
Tra i suoi preferiti, i visitatori di musei soprattutto quando, forse per un'inconscia sintonia, il loro aspetto fisico ed il loro abbigliamento si fondono armonicamente con le opere d'arte che stanno ammirando e il risultato è oltremodo curioso. 

Zucchi riesce a superare la semplice osservazione catturando acutamente leconnessioni visive fra gli osservatori e l'arte che li circonda. La sua ricerca dei visitatori con una perfetta combinazione di colori, motivi e atteggiamenti, giustapposti ai dipinti e alle sculture, porta al piacere della sorpresa ed allo stupore dell'agnizione. 

L’artista è nato a Milano nel 1938. Dopo il Liceo Classico e la laurea in economia all'Università Bocconi di Milano, ha svolto attività di sviluppo e investimento immobiliare in Italia, Svizzera, Canada e Messico prima di trasferirsi con la famiglia negli Stati Uniti nel 1979. 

Promossa dal Museo della Grafica e patrocinata dalla Federazione Italiana Amici dei Musei e dal Royal Victoria Hotel, la mostra è curata da Erik Denker dellaNational Gallery di Washington ed è inserita nel calendario delle iniziative del "Giugno pisano", e proseguirà fino al 16 settembre. 

Pisa, Museo della Grafica
Palazzo Lanfranchi, Lungarno Galileo Galilei 9
Orario di apertura: 
dal martedì al venerdì, 17:00 – 21:00 
sabato e domenica, 10:30 – 12:30 ; 17:00 – 22:00 
lunedì chiuso 
Ingresso 3 € 

Il Naviglio ospita Geometria dell’anima

Vi consiglio di non prendere impegni giovedì 14 giugno.
Il lavoro? Può aspettare. La palestra? Andrete venerdì. I bambini? Portateli con voi. 
Fate una passeggiata nel paesaggio dei Navigli, suggestivo e unico, nella città di Milano, mangiate un gelato, magari artigianale, e andate all’ Atelier Chagall dove alle ore 16 verrà inaugurata la mostra collettiva intitolata Geometrie dell’anima.
Numerosi gli artisti coinvolti: Camilla Alessi, Marco Bellomi, Marco Cressotti, Roberto Fruggeri, Bruno De Santi, Patrizia Murazzano, Guido Oggioni, Beatrice Palazzetti, Lucio Pedotti, Maria Luisa Ritorno, Alessandro Rossi, Salvatore Starace, Fabrizio Trotta
Ogni pittore di questa collettiva possiede un suo mondo particolare, ma ciascuno di questi mondi utilizza un segno e un linguaggio ben determinato per indicare una via interpretativa della realtà, che sebbene non sia uguale per tutti possiede la stessaorigine decostruttivista. Le geometrie a cui allude il titolo sono quelle linee che si sovrappongono, s’intersecano e danzano, lato evidente del gesto delle mani modellanti la materia a mettere ordine nel
caotico bagno sensoriale a cui quotidianamente l’uomo è soggetto. 

Nonostante la geometria delle forme, l’approccio è tutt’altro che razionale: la grafica, la pittura e la scultura si manifestano per quello che sono, cioè un incredibile strumento per ampliare le possibilità d’analisi se non addirittura di autoanalisi. 
Forti i richiami a Kandinskij e Malevich, ma ancora di più intensi quelli a Derridà e al decostruttivismo architettonico
La mostra proseguirà fino al 26 giugno. 

Atelier Chagall, Alzaia Naviglio Grande 4, Milano 
Mercoledì – Sabato, dalle 15.00 – 19.00. Domenica dalle 11.00 – 19.00. Lunedì e Martedì chiuso 

Madonna, concerto ordinario. Miracolo N.P.

L-U-V Madonna! Dopo una lunga attesa, mitigata daldj Martin Solveig, e aver riempito - o quasi- il concerto di S.Siro, Madonna fa il suo ingresso trionfale, con molta calma. E nonostante i fischi che hanno accompagnato l’attesa, appena appare, i suoi fan si sciolgono e si lasciano andare a un boato, perdonarla è questione di attimi. 

50 anni e non sentirli, Lady Ciccone è in forma smagliante, forse anche merito degli Energy drink di cui pare sia addict da un po’ di tempo a questa parte.
Il concerto, suddiviso in quattro atti Transgression, Prophecy, Masculine/Feminine e Redemption, nomi che non fanno altro che confermare l’abituale mix di sacro e profano, tipico di ogni performance dell’artista, si apre con uno dei suoi ultimi successiGirls gone wild, pezzo esplosivo che manda in visibilio tutti. 

I dettagli sono curatissimi, nulla è lasciato al caso, le scenografie sono spettacolari: un enorme incensiere oscilla sullo sfondo di in un’imponente cattedrale di cui Madonna, accompagnata da Revolver, frantuma le vetrate con uno sparo. Siamo immersi in un’atmosfera sacrale, quasi gotica. 
Prosegue con Gang Bang, durante la quale ‘gioca’ a fare fuori tutti i suoi ballerini-amanti nella stanza di un motel in cui campeggia un enorme crocifisso di legno. 

Best friend è accompagnata da un triste e malinconico video ambientato in un cimitero ricco di mausolei ed epitaffi che fanno leggere HOPE, FAITH, IMMORTALITY (forse quella che pensa di aver raggiunto con la sua musica?) e rendono l’atmosfera per un attimo cupa. 

Attesissimo, arriva anche Express yourself in un mash up con Born this waydell'acerrima nemica, Lady Gaga, che viene conclusa con una frase ripetuta più volte, come un mantra: She’s not me! She’s not me! 

Il look total black dell’inizio lascia il posto ad un ironico completino da majorette. Il video che accompagna la canzone è ispirato ai lavori di Roy Lichtenstein. Per cantareHoliday e 4 minutes imbraccia una chitarra, che palesemente non sta suonando. Interessante la versione di Open your heart, che sfocia in Sagarra Jo dei Kalakan, trio basco scoperto la scorsa estate durante una vacanza in quella terra. 

Indossate camicia e cravatta, inizia il terzo atto con un look decisamente mascolino, giocando a sedurre le ballerine e regalando al pubblico un’emozionante Vogue, con le foto dei grandi divi di un tempo che dominano alle sue spalle. 

Dopo le dichiarazioni all’Italia “Vi amo tutti e vi ringrazio! Posso dire che è vero, italians do it better!”, si cimenta in una particolare versione di Like a Virgin, a metà tra un canto di chiesa e un rantolo in punto di morte, che sarà la colonna sonora di W.E. , il suo prossimo film da regista. 

Molto significativo il video che accompagna Nobody knows me: usando la tecnica del collage, Madonna mostra le centinaia di facce che avrebbe secondo la stampa scandalistica. Infine sugli schermi corrono i nomi di tanti ragazzi morti per atti di bullismo. 

In chiusura, dopo I'm addicted e I'm a sinner, e naturalmente Like a Prayercantata con i suoi schierati come un gruppo gospel, arriva il suo inno: Celebration. Il palco si trasforma in un dance floor pieno di cubi colorati. E proprio su uno di questi, Maddie sparisce gridando a pieni polmoni “Good night Milano!”, senza neanche concedere un bis. 

Nonostante l’energia, il talentuoso corpo di ballo e la sostanziosa scaletta, la cantante non convince, manca il coinvolgimento giusto, è apparsa un po’ fredda, distaccata. L’impressione è che sia salita sul palco per fare il suo dovere, ne più né meno, e se ne sia andata. Poca anima. E forte indice del basso coinvolgimento è stata l’alta percentuale di persone sedute sugli spalti, in pochi si dimenavano sulle note delle canzoni. 

Maddie, non sei stata travolgente, forse eri un po’ stanca. Però, a una come te, perdoniamo quasi tutto. 

Edoardo Stramacchia in mostra

S'inaugura Mercoledì 13 giugno, alle ore 18.30 presso la Galleria Zamenhof di Milano la primamostra antologica dell’artista bresciano Edoardo Stramacchia con opere che vanno dalle prime esperienze del 1973 attraverso gli incontri con la poesia visiva e il gruppo “Trea” fino agli ultimi lavori d’ispirazione pop. 

Nato ad Anfo nel 1949, Stramacchia inizia la sua attività artistica negli anni Settanta e nel 1980 fonda con Bonetti e Tancredi il gruppo ”Trea” con cui espone in varie gallerie tra cui la “Vismara” a Milano. 
Influenzato dai futuristi, il suo principale metodo di lavoro è la macchia e, dato il nome, non poteva essere altrimenti. 
Seguendo l’esempio di Andy Warhol, ha portato sulla scena della sua pittura personaggi creati da Walt Disney, ma a differenza del padre della pop art statunitense, che ha semplicemente tradotto in pittura Popeye, Nancy, e diversamente da Roy Lichtenstein, figlioccio di Warhol, che a impersonale imitazione della stampa ha semplicemente trasferito sulla tela singoli riquadri di fumetti, il pittore bresciano ha voluto recuperare la pittura insieme al colore, ovvero il gesto pittorico, sovrastando con macchie-campiture le icone fumettistiche. 
Stramacchia veste di pittura le scene fumettistiche, o meglio mette le uniformi cromopittoriche alle immagini di Topolino, Paperino, Pippo, giungendo a far emergere, attraverso variazioni cromatiche, le loro conformazioni, ora singole, ora doppie, ora plurime, all’interno di spazi invasi da eserciti di parentali micro imago. 

Per il cromatismo spezzato di Stramacchia si potrebbe parlare di“neoimpressionismo” a macchie-campiture, ma anche (soprattutto per il ricorso al continuum dei fondi) di pattern art trasposta nel colore-forma. Ogni opera è frutto di un lavoro lungo, consistente nel ritaglio di strisce, riquadri con personaggi di fumetto, nell’applicazione a collage di tali frammenti sulla tela in sequenze in qualche caso imperfette. 
La mostra proseguirà fino al 24 giugno 2012Sabato 23 giugno alle ore 20.30 ci sarà un finissage con performance teatral-musicale. 

Galleria Zamenhof 
via Zamenhof, 11 
20136 Milano 
Dal mercoledi alla domenica 
ore 15-19 
Ingresso Libero 

Madonna, Milano in attesa del miracolo


A Milano la febbre sale: Madonna arriverà nel capoluogo milanese il 14 giugno con il World Tour 2012, che segue la pubblicazione del nuovo albumMDNA

Dopo il concerto di apertura del tour tenuto a Tel Aviv, molto discusso a causa di un video utilizzato durante la performance che mostra un ritratto diMarine Le Pen, fresca candidata alle presidenziali francese, con una svastica in fronte, Lady Ciccone arriva nella nostra Penisola e dopo Milano replicherà a Firenze il 16 giugno. A Roma si esibirà invece il 12 giugno, per il primo dei suoi tre concerti nella penisola.

Le rivelazioni shock della cantante "Sono drogata di lassativi e di energy drink",finalmente rendono noto quale sia l’elisir di lunga vita della pop star, che sembra aver fatto un patto col diavolo(oltre che con il chirurgo di fiducia!): un mix di prodotti vegetali dalle proprietà lassative aggiunti alle vitamine contenute in un nuovo tipo di energy drink "naturale" che sta spopolando in America. 
Prodotti fermentati come il miso, il tempeh, verdure, alghe i semi di soia e il tè Kombucha, trasformati in prelibatezze dal suo cuoco personale giapponese Mayumi Nishimura, sono ormai all'ordine del giorno nel menù di Madonna.
 
Zuppa della salute a parte, pare che la cantante faccia un uso smodato dell’ Energy Shot 5 Hour, un vero e proprio distillato anti-fatica contenuto in bottigliette di piccola taglia che ha già conquistato altre star americane come Paris Hilton, Rhianna e Demi Moore. 

Bisogna anche dire però che, in vista del tour, l’artista si è allenata strenuamente, con più di due ore di fitness al giorno, senza mai trascurare yoga, pilates e dieta ferrea. 

Madonna, Milano ti aspetta: siamo in attesa del miracolo! 

Giorgio Riva scolpisce la luce

Milano, 5 giugno - In due luoghi seducenti sulle colline del Parco di Montevecchi (LC), presso Villa Tre Tetti a Sirtori, si apre il 21 giugno Scolpire la luce, mostra di Giorgio Riva, architetto e artista dalle mille sfaccettature, che nel corso della sua pluriennale carriera ha esplorato tutte le tecniche artistiche, unendo nelle sue ricerche musica, pittura, scultura e informatica e giungendo a dei risultati originalissimi e personali. 

In questa rassegna forme geometriche e luce si abbracciano dando vita ad una spettacolo così suggestivo e intimamente legato alla natura circostante, alle quinte architettoniche e agli scorci che si aprono sul panorama, da risultare in sé un’opera d’assieme, dentro la quale si cammina modulando il passo sul ritmo delle emozioni. 

Il catalogo, a cura di Flaminio Gualdoni, fornisce chiavi interessanti. “Riva opera” - scrive Gualdoni - “come un antico artifex, con padronanza diretta, personale di strumenti e processi”, il che è “garanzia primaria della condizione d’inventare, di trascendere il saputo verso i territori inesplorati”. Riesce così a implicare “la percezione fisica tutta del fruitore, una sorta di pienezza sensoriale imparentata senza arroganze con la suggestione e la memoria dell’opera d’arte totale”.
Il saggio di Edi Minguzzi richiama le “radici del linguaggio polisemico” di Giorgio Riva e le principali tappe del suo percorso artistico, “radici” a cui è dedicata la rassegna retrospettiva ospitata nel Granaio di Villa Greppi, dove sono esposti vari esemplari delle produzioni precedenti: Foglio-plasma, basso-rilievi che si collocano sul confine tra pittura e scultura, Xilo-plasma, bassorilievi scolpiti con getti di sabbia sulle venature del legno, e opere grafiche (stampe numerate e disegni). 

Sempre a Villa Greppi, verrà proiettato A quattro mani, dialogo tra immagini e suoni composto con Francesco Rampichini e presentato alla Triennale di Milano nel 2009. 

Un mostra a cui non potrete rinunciare anche perché questo singolare artista, va detto,è tra i pochi a non fare commercio dei suoi dipinti e delle sue sculture. 
Per ulteriore documentazione www.giorgiorivaopere.it (sezione mostra in corso) 

Per informazioni 
Biblioteca del Comune di Sirtori - tel. 039.215033 - biblioteca@comune.sirtori.lc.it 
Consorzio Brianteo Villa Greppi - tel. 039. 207160 - info@villagreppi.it 
Villa Tre Tetti: tel. 039 955936 – cell. 339.7899501 – giorgioantonio_riva@fastwebnet.it 

Inaugurazione della mostra Sculture Luminose a Villa Tre Tetti 
Giovedì, 21 giugno, ore 20,00 Presentano l’Assessore dr. Paolo Negri e il curatore della mostra prof. Flaminio Gualdoni. 
Seguirà rinfresco. Le luci delle sculture luminose si accenderanno al tramonto. 

Apertura della mostra retrospettiva a Villa Greppi Domenica 24 giugno, ore 15,00 
Presentano, con l’autore, il prof. Enzo Bruni, presidente del Consorzio Brianteo di Villa Greppi e il dr. Paolo Negri, assessore alla Cultura del Comune di Sirtori 
Proiezione di A quattro mani a Villa Greppi: sabato 7 luglio, ore 21.30 

Orari di apertura al pubblico
- Villa Tre Tetti – Sculture luminose: solo venerdì e sabato dal 22 al 28 luglio e dal 1° al 15 settembre, all’ora del tramonto per assistere al graduale passaggio dalla luce al buio (agosto chiuso). 
- Villa Greppi – mostra retrospettiva: tutte le domeniche dal 24 giugno al 29 luglio, dalle 14.30 alle 18.30