martedì 30 aprile 2013

Intervista esclusiva ai Velvet: 'Basta ascoltare i dischi per comprendere la nostra evoluzione'


Da “Boy Band”, anzi se ve la ricordate da “Tokio Eyes”, i Velvet sono molto cambiati. E lo testimonia anche la citazione sulla loro pagina Facebook: Quando diventi grande ascolti le opinioni degli altri ma non te ne preoccupi più.
Era il 1998. 4 giovani che amano la musica prendono come spunto il nome del locale dove si ritrovano la sera e creano un gruppo: così nascono i Velvet.

Pierluigi Ferrantini (voce e chitarra), Giancarlo Cornetta (batteria), Pierfrancesco Bazzoffi (basso) e Alessandro Sgreccia (chitarra) devono attende un paio d’anni per l’esordio vero e proprio con l’album “Verso Marte”.
Nel 2002 ecco arrivare il secondo album, “Cose Comuni”e un anno dopo il terzo album “10 Motivi”.
Nel 2005 debuttano sul palco di Sanremo con “Dovevo dirti molte cose”.  Dopo  “Velvet” e “Nella Lista Delle Cattive Abitudini”  nell’autunno 2010 esce “Le Cose Cambiano 2000-2010”, un “best of” che contiene due inediti e i principali successi del primo decennale di carriera in nuove versioni.
E dopo un paio d’anni di silenzio sono tornati: il 23 aprile 2013 pubblicano il loro nuovo EP “La Razionalità”.

La Voce ha intervistato per voi Pier, voce e chitarra del gruppo.

Com’è nato il vostro singolo "La Razionalità"?
Nasce nel modo più semplice possibile rispetto a quello a cui eravamo abituati. Ci stavamo dedicando a numerosi lavori in studio, tra colonne sonore e altri dischi; avevamo anche deciso di prenderci un po’ di pausa. Eravamo in tour da quasi due anni, sono stati solo sei i mesi dove non abbiamo fatto concerti e nulla, discograficamente erano passati un paio d’anni dall’ultimo album. A un certo punto è tornata la voglia di fare come doveva essere, abbiamo sentito proprio l’esigenza di metterci in studio e creare nuovi suoni. Lavoravamo sui nostri brani, poi facevamo altro e intanto riascoltavamo i nostri lavori. Ci ha portato via del tempo ma i risultati sono stati ottimali perché non abbiamo concluso frettolosamente nessuna canzone. Abbiamo lasciato che le canzoni prendessero il tempo necessario e in alcuni casi ci siamo resi conto, mesi dopo, che certi elementi della canzone non funzionavano e allora ci prodigavamo a modificarli.

Come sono cambiati i Velvet da “Boy band” a oggi?
Penso che basti ascoltare i dischi per comprendere la nostra evoluzione! È anche scontato che sia così perché abbiamo lavorato molto in questi anni, abbiamo suonato in qualsiasi posto esista in Italia e abbiamo avuto il tempo di ragionare su cosa avevamo più passione a comunicare. Quando ti confronti con il pubblico devi arrivare sul palco con consapevolezza di quello che stai facendo e di quello che vuoi trasmettere.

Molti gruppi con gli anni si sfaldano, oppure perdono componenti per aggiungerne di nuovi. Voi invece suonate insieme da quasi 15 anni. Qual è il segreto?
Siamo insieme da sempre! In parte perché abbiamo avuto degli obiettivi che sono sempre stati comuni. Nessuno ha desiderato prendere totalmente una nuova direzione; può capitare di non ritrovarsi più a livello artistico con quello che la band vuole fare e a quel punto è giusto prendere una strada diversa. A noi non è capitato, abbiamo continuato a farci forza uno con l’altro anzi credo che non potrebbe esistere una forma diversa che non sia questa band. In seguito...

L'intervista continua qui

lunedì 29 aprile 2013

Pino, lo Scotto da pagare. Intervista esclusiva a Pino Scotto



Pino Scotto rappresenta l'icona più importante del rock nazionale. Carismatico e grintoso singer dalle marcate influenze blues, dotato di una voce profonda e graffiante, rappresenta la migliore incarnazione della figura del rocker mai apparsa in Italia. La sua carriera ha ufficialmente inizio al termine degli anni '70, quando incide il primo 45 giri con i Pulsar; dopo qualche tempo diviene frontman dei Vanadium, la heavy rock band più importante della scena italiana, con cui realizza otto grandi album.
Fra il 1990 ed il 1992 Pino Scotto realizza il suo primo album solista in lingua italiana "Il Grido Disperato di Mille Bands" e nel 1995, a seguito del ritorno con i Vanadium, pubblica "Nel Cuore del Caos". Dal 2003 al 2008 torna sulle scene con un nuovo progetto, i Fire Trails, accompagnato dal drummer Lio Mascheroni e da altri musicisti, con cui apre anche il concerto dei Deep Purple.
Il ritorno sulle scene arriva con Datevi Fuoco”, una raccolta dei suoi migliori pezzi e nel 2005 esce “Buena Suerte”, un grande album Rock 'N' Roll con brani totalmente inediti.
Nel suo ultimo album Codici Kappaò il cantante napoletano attacca a spron battuto la classe politica italiana, l'industria dei reality show e tutti quei soggetti da sempre al centro delle sue 'attenzioni'.

Voce d’Italia l’ha intervistato per voi.

Nel tuo ultimo disco “Codici Kappaò”  esprimi tutta l'amarezza per il degrado culturale e socio-politico vissuto dal nostro paese. Com’è nato? 
Il disco è uscito da un anno e il tour invernale è ormai concluso. Abbiamo abusato della natura e ne stiamo pagando le conseguenze tutti: malattie, guerre, calamità naturali... E poi cosa ti devo dire? Mi devo inca…are? Devo cominciare a parlare della politica? Di questa massa di accattoni ladri?! Io appoggio Beppe Grillo da 5 anni ormai, bastava che prendesse una manciata di voti in più e li avremmo mandati tutti a casa! Devono andare tutti in galera, ma prima devono restituire quello che hanno rubato. Hanno ridotto il nostro paese in ginocchio, la gente è disperata. Questi furbi rubano nonostante siano miliardari e ci sono padri di famiglia che non riescono a portare da mangiare ai propri figli. Nelle mie canzoni esprimo tutta la rabbia che ho dentro, cosa che non fanno Vasco Rossi e Ligabue, non dicono mai nulla!Hanno milioni di fan e mai una volta che dicano loro: “Guardate che vi stanno fottendo la vita!”.

Com’è andata la collaborazione con Edoardo Bennato e i Club Dogo?
Da un po’ di anni amo contaminare la mia musica. Ho voluto lavorare con loro sia perché sono cari amici sia perché fanno un genere diverso dal mio. Con “Datevi fuoco!” avevo collaborato con Enrico Ruggeri e J-Ax, nell’album “Buena Suerte” è stato il turno di Caparezza.
Il lavoro realizzato con Club Dogo l’abbiamo messo anche su I-Tunes: i proventi saranno interamente devoluti  al progetto "Rainbow Belize" che porto avanti da 3 anni con la Dottoressa Caterina Vetro. Abbiamo già operato in Belize e in Guatemala, ora siamo in Cambogia:  raccogliamo fondi per costruire case per i bambini orfani o vittime di abusi.

Conduci il programma televisivo “Database” su RockTV , che esperienza è?...

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venerdì 19 aprile 2013

“Bisogna investire sui bambini: sono il futuro” Intervista a Marnie Campagnaro, studiosa di letteratura per l’infanzia del Gruppo di Ricerca



Dolce ma con passione vera per quello fa: questa è Marnie Campagnaro, ricercatrice del Gruppo di Ricerca sulla Letteratura per linfanzia dellUniversità di Padova.
Lavrei ascoltata per ore parlare dellarticolato progetto culturale di cui è ideatrice, Città Invisibili , liberamente ispirato alla poetica di Italo Calvino, volto ad avvicinare le giovani generazioni, dai 3 ai 14 anni, alla lettura, alla letteratura per linfanzia, allarte e a una maggiore conoscenza del patrimonio artistico e paesaggistico dellItalia, a partire dal Veneto.
La Voce lha intervistata per voi.
Lei è ideatrice di Città Invisibili, un articolato progetto culturale. Ce ne può parlare?
Il progetto, che è promosso dalla Regione del Veneto, dalla Provincia di Padova e da altre istituzioni, nasce da uno studio realizzato nellambito del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata  (FISPPA).
Abbiamo portato avanti ricerche sul campo con bambini e ragazzi per capire come si rapportano fra lettura e dimensione visiva nei libri di figure. Una delle evidenze più interessanti è che spesso gli educatori e i genitori propongono libri rassicuranti per i bambini, ma soprattutto per gli adulti, i quali sono spesso in difficoltà a rispondere alle domande sollevate dai piccoli lettori rispetto ad immagini e storie ricche ed  articolate.
Il progetto è nato con lobiettivo di divulgare la Letteratura per linfanzia e in particolare una determinata tipologia di libri per ragazzi, ovvero i libri che possono sfidare i bimbi intellettualmente e che, va detto, trovano le resistenze maggiori negli adulti perché si sentono impreparati ad affrontare determinate tematiche. Il progetto aiuta insegnanti educatori e genitori con una serie di proposte, anche formative: viene loro offerta una sorta di borsa degli attrezzi per imparare a scegliere e comprendere questi libri assieme ai bambini attraverso una lettura dialogica, senza esserne intimoriti.
Conosce Jostein Gaardner, scrittore Il mondo di Sofia?
Sì, ho letto il suo libro C’è nessuno? anni fa
Ecco, proprio in C’è nessuno? un extraterrestre, Mika, arriva sulla terra e incontra un ragazzino, Joakim,  che è a casa da solo perché i genitori sono allospedale: sta nascendo il suo fratellino.
C’è un passaggio in questo libro che è stato per noi fondamentale, ovvero quando lextraterrestre osserva il bambino fare una serie di inchini di fronte a una risposta intelligente che lalieno gli ha dato.
Ma perché ti inchini? chiede lextraterrestre. Perché hai dato una risposta intelligente risponde Joakim. Allora Mika gli dice: Chi si inchina, si piega. Non devi mai piegarti davanti a una risposta. [...] La risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle. Solo una domanda può puntare oltre.
I libri che ci piacciono sono quelli che pongono domande e che danno la possibilità di aprire un dialogo in famiglia e in classe.
Abbiamo messo a punto dei materiali che sono stati donati alle classi che hanno partecipato al progetto: 800 le classi coinvolte; gli insegnanti hanno liberamente deciso di partecipare. In questi materiali, libri e albi illustrati, la narrazione per immagini si intreccia al testo. I temi centrali sono stati losservazione delle figure, larte, anche contemporanea e il paesaggio.
Qual è lobiettivo profondo di questiniziativa?
Oggi più che mai bisogna lavorare sulleducazione dei ragazzi per riuscir a dare profondità e capillarità ai progetti culturali. Leducazione non è al centro delle nostre politiche culturali perché si tende ad avere enti che preferiscono eventi di grande visibilità ma solo attraverso leducazione dei bambini è possibile cambiare un paese, anche culturalmente. Bisogna investire sui futuri cittadini: quando lavori con i bambini, stai lavorando con chi in futuro potrebbe diventare ministro, assessore, sindaco, medico, avvocato; se coltivi una certa predisposizione e sensibilità rispetto a certi temi, la lasci sedimentare nei primi 10 anni di vita nel bambino, qualcosa rimarrà.
È uno spargimento di semi, è chiaro che non nasceranno tutti alberi vigorosi: alcuni semi moriranno, alcuni  saranno  solo degli alberelli, ma altri diventeranno forti e robusti. In questo momento storico, purtroppo, noi stiamo spargendo davvero poco.
Città Invisibili ha anche organizzato e promosso un Flash Book Mob. Come mai?
È nostro desiderio mettere a frutto i risultati del progetto attraverso una grande giornata evento che coincidesse con una data per noi molto significativa, ovvero la Giornata mondiale del libro patrocinata dallUnesco prevista per il 23 aprile.
La lettura è unazione solitaria, invisibile. Abbiamo organizzato quindi questo Flash Book Mob...

L'intervista continua  qui