Da “Boy Band”, anzi se ve la ricordate da “Tokio
Eyes”, i Velvet sono molto
cambiati. E lo testimonia anche la citazione sulla loro pagina Facebook: Quando diventi grande ascolti le opinioni
degli altri ma non te ne preoccupi più.
Era il 1998. 4 giovani che amano
la musica prendono come spunto il nome del locale dove si ritrovano la sera e creano
un gruppo: così nascono i Velvet.
Pierluigi Ferrantini (voce e chitarra), Giancarlo Cornetta (batteria), Pierfrancesco Bazzoffi (basso) e Alessandro Sgreccia (chitarra) devono attende un paio d’anni per
l’esordio vero e proprio con l’album “Verso
Marte”.
Nel 2002 ecco arrivare il secondo
album, “Cose Comuni”e un anno dopo il
terzo album “10 Motivi”.
Nel 2005 debuttano sul palco di
Sanremo con “Dovevo dirti molte cose”. Dopo
“Velvet”
e “Nella Lista Delle Cattive
Abitudini” nell’autunno
2010 esce “Le Cose Cambiano 2000-2010”, un
“best of” che contiene due inediti e i principali successi del primo decennale
di carriera in nuove versioni.
E dopo un paio d’anni di silenzio
sono tornati: il 23 aprile 2013 pubblicano il loro nuovo EP “La
Razionalità”.
La Voce ha intervistato
per voi Pier, voce e chitarra del gruppo.
Com’è nato il vostro singolo "La Razionalità"?
Nasce nel modo più semplice
possibile rispetto a quello a cui eravamo abituati. Ci stavamo dedicando a
numerosi lavori in studio, tra colonne sonore e altri dischi; avevamo anche
deciso di prenderci un po’ di pausa. Eravamo in tour da quasi due anni, sono
stati solo sei i mesi dove non abbiamo fatto concerti e nulla,
discograficamente erano passati un paio d’anni dall’ultimo album. A un certo
punto è tornata la voglia di fare come doveva essere, abbiamo sentito proprio
l’esigenza di metterci in studio e creare nuovi suoni. Lavoravamo sui nostri
brani, poi facevamo altro e intanto riascoltavamo i nostri lavori. Ci ha
portato via del tempo ma i risultati sono stati ottimali perché non abbiamo
concluso frettolosamente nessuna canzone. Abbiamo lasciato che le canzoni prendessero
il tempo necessario e in alcuni casi ci siamo resi conto, mesi dopo, che certi
elementi della canzone non funzionavano e allora ci prodigavamo a modificarli.
Come sono cambiati i Velvet da “Boy band” a oggi?
Penso che basti ascoltare i
dischi per comprendere la nostra evoluzione! È anche scontato che sia così
perché abbiamo lavorato molto in questi anni, abbiamo suonato in qualsiasi
posto esista in Italia e abbiamo avuto il tempo di ragionare su cosa avevamo
più passione a comunicare. Quando ti confronti con il pubblico devi arrivare
sul palco con consapevolezza di quello che stai facendo e di quello che vuoi
trasmettere.
Molti gruppi con gli anni si sfaldano, oppure perdono componenti per
aggiungerne di nuovi. Voi invece suonate insieme da quasi 15 anni. Qual è il
segreto?
Siamo insieme da sempre! In parte perché abbiamo avuto
degli obiettivi che sono sempre stati comuni. Nessuno ha desiderato prendere
totalmente una nuova direzione; può capitare di non ritrovarsi più a livello
artistico con quello che la band vuole fare e a quel punto è giusto prendere
una strada diversa. A noi non è capitato, abbiamo continuato a farci forza uno
con l’altro anzi credo che non potrebbe esistere una forma diversa che non sia
questa band. In seguito...
L'intervista continua qui