giovedì 17 aprile 2014

Libra, equilibrio perfetto tra beat ed elettronica



L'album d'esordio dei Libra, "Sottopelle", è il risultato di un anno di lavoro dove beat ed elettronica creano una magica alchimia.
"Sottopelle" richiede tempo per essere ascoltato; ha un tono intimo, profondo ma diretto, con qualcosa di viscerale, che ti entra dentro e risveglia fantasmi che credevi sopiti.

Si va da "Sottopelle”, che racconta delle persone che restano appunto sottopelle anche quando non sono più con noi, a "Vortice", un'ossessione famelica che logora consapevolmente, passando da "Morbida", come una persona trovata quando si aveva bisogno.

"La paura di Cloe" si concentra sulla paura del futuro di una giovane che sta cercando se stessa, mentre "Buio Immobile" ha in comune con "Nulla è per sempre" la voglia di cogliere l'attimo che si fa prepotente in questi quattro giovani musicisti esordienti.

La parola a Iacopo (voce) , Gian Marco (chitarre), Alberto (beat e pelli) e Federico (basso).

Il vostro nome Libra richiama il segno zodiacale della bilancia, quindi equilibrio… Ma tra cosa?

I Libra sono quattro musicisti un po' malinconici con alle spalle tante esperienze diverse ma con la passione in comune per la musica elettronica.
Libra è anche l’equilibrio, questo equilibrio noi lo raggiungiamo con la musica e ciò si vede maggiormente nei nostri live dove le nostre forze confluiscono tutte insieme verso ciò che stiamo suonando. I brani che componiamo creano un delicato equilibrio in veste “minimalista” e basterebbe un suono in più o una sola nota in meno per romperlo. Insomma l'equilibrio ha diversi significati e tanto valore per noi…

Come definite la vostra musica?

La nostra è una musica dal respiro internazionale dove l'elettronica è pacata e trascinante allo stesso momento. Proprio queste due contraddizioni sono fondamentali per la nostra musica: minimale, equilibrata e atmosferica.


“Sottopelle” è il vostro album d’esordio. Come nasce?

“Sottopelle” è un album intimista, scuro e racconta le nostre sensazioni più profonde. Laptop, drum machine, synth e chitarre reverberate: abbiamo cercato di creare un disco eterogeneo mantenendo come filo conduttore l'elettronica alternando beat trascinanti ad atmosfere dilatate. Alle spalle c'è stato tantissimo lavoro, tante ore passate in studio e tanto sudore versato.


Chi è, invece, “Zoe”?

Zoe è una ragazza che nasconde del disagio interiore e che rappresenta tanti giovani della nostra generazione. È stanca e oppressa dalla quotidianità, eppure è bellissima...


Mai volgare, ma nessuna censura in “Leccami”…

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lunedì 2 dicembre 2013

Intervista a Francesco Grillo: “Bisogna rivalorizzare la musica italiana”




Voce bassa, tono umile. Francesco Grillo è oggi un musicista affermato, ma non ha perso la sua semplicità.
Cresciuto in una famiglia di tradizioni musicali, si è diplomato al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e perfezionato successivamente presso le Accademie di Imola e Cremona.

Mi sono ritrovato naturalmente a fare questo mestiere – racconta Francesco – A volte è la vita stessa a dispiegarsi: quando senti un’esigenza così forte, non puoi che assecondarla.
Per fortuna la mia famiglia mi ha sempre sostenuto, in particolare mia madre che ha sempre coadiuvato nelle mie scelte.

“Frame” (Sony Classical) è il nuovo disco del pianista,  14 composizioni inedite per piano solo, dove l’artista celebra musicalmente l’incontro tra tradizione e modernità fondendo il lirismo ed il virtuosismo del pianismo classico con le strutture e le sonorità del jazz:
Questo disco rispecchia profondamente il mio stile personale.  Le composizioni sono fresche, dirette e suonate con il cuore, attraverso stati d'animo sempre diversi: dall'agitato al riflessivo, dall'intimo al grandioso, con varie forme e strutture.
E’ un disco diverso dagli altri, che creavano una sorta di antologia. Ho voluto raccontare solo attraverso il pianoforte le mie storie, ho scritto fino all'ultimo, fino a poco prima della registrazione.

L’artista si è esibito in molti paesi d’Europa, USA, Messico, Giappone e ha lavorato con Stefano Bollani, musicista jazz italiano:
È un meraviglioso, grandissimo artistaha confidato Grillo – Davvero ricco di sfaccettature. Un eccezionale entertainer, dal pensiero rapido.
Ha una grande capacità di calarsi perfettamente al tipo di situazione che sta vivendo, nel lavoro in cui è immerso: riesce a cambiare rimanendo sempre se stesso.

La musica italiana oggi?...

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martedì 12 novembre 2013

Intervista ad Andrea Tarquini. 'Non avrei mai immaginato di fare della musica il mio mestiere'



Domani mercoledì 13 novembre al Memo Restaurant di Milano  il chitarrista e cantante Andrea Tarquini presenterà per la prima volta dal vivo a Milano “REDS! Canzoni di Stefano Rosso” che contiene 10 brani del repertorio del cantautore romano Stefano Rosso, asciugati dalle sonorità anni ’70 ed impreziositi da eleganti arrangiamenti legati alla tradizione musicale nordamericana.
  
In quest’album, la voce e la chitarra di Andrea Tarquini fanno rivivere le storie della Trastevere anni ‘70 raccontate da Stefano Rosso nel corso della sua carriera, riportando a galla perle nascoste del cantautore romano, come l’inedito “C’è un vecchio bar”, brano scritto e composto da Stefano Rosso, ma mai inciso.
La Voce ha intervistato l’artista per voi

“REDS! Canzoni di Stefano Rosso” è il tuo ultimo lavoro. Com’è nato?
Molto del merito va a Luigi Grechi De Gregori. Fu lui a spingermi a fare questo disco. Mi diceva "ma insomma! tu suoni bene la chitarra, sei un buon cantante, suonavi con Stefano Rosso, nessuno come te può ‘entrare’ in quel repertorio con la conoscenza ed il rispetto necessari, cosa aspetti a fare un disco?”
Luigi aveva ragione. Da qui pian piano iniziammo a cercare adesioni e pian piano arrivarono. Quella di Paolo Giovenchi che ha prodotto il disco sul piano artistico, e insieme a Paolo abbiamo sottoposto la nostra idea ad Enrico Campanelli che ha realizzato la produzione sul piano esecutivo. A Campanelli l'idea piacque, quando arrivò il suo "via" siamo partiti. La quantità e la qualità delle adesioni artistiche ricevute è stata una cosa inaspettata.
Quindi seppur con molte fatiche tutto è andato come doveva andare, anzi meglio. Posso dire che l'esperienza ed il talento di Giovenchi è stato speculare alla serietà di Campanelli e della Enriproductions ed insieme sono state speculari a loro volta, tanto alla bellezza dei brani che al mio impegno ed alla serietà di chi ha fatto i suoni del disco.

Come mai sei legato alla tradizione musicale nordamericana?
Principalmente perché da piccolo ascoltai alcuni dischi di folk americano, poi quando fui più grande scoprii che Stefano Rosso suonava quel genere musicale oltre a fare le sue canzoni.
Quando smettemmo di suonare insieme proseguii a fare quella musica allargandomi anche verso generi limitrofi, ma fondamentalmente è ciò che ho sempre fatto.

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giovedì 31 ottobre 2013

Intervista al gruppo musicale Stanley Rubik



L’entità Stanley Rubik nasce nel 2011, a Roma, dall’incontro fra Dario (basso, voce e programming) e Gianluca (chitarra, voci e synth). I due, accomunati dall’interesse trasversale per il rock, le sonorità indie e le contaminazioni elettroniche, iniziano un fertile processo compositivo caratterizzato dal continuo imbastardimento tra gli stilemi del rock d’avanguardia, le sequenze elettroniche e le armonie spesso dissonanti. A loro si aggiunge poco dopo Andrea (batteria e sampler), chiamato ad interpretare il ruolo di collante ritmico. Chiude il cerchio l’ingresso di Domenico (chitarra e synth), grazie al quale la formazione trova il suo equilibrio. “lapubblicaquiete” è il primo lavoro ufficiale della band siamo dunque andati ad intervistarli.

Partiamo dal vostro nome bizzarro! A metà tra il cubo e il regista…
A noi piacciono molto gli incastri. Sia quelli necessari per risolvere il cubo, sia quelli narrativi e visivi che contraddistinguono la cinematografia di Kubrik.. e poi volevamo un nome ironico, che avesse alla fine anche un effetto “buffo” o straniante. Tutto sommato l’incastro (quello tra rock e elettronica) è anche la caratteristica principale della nostra musica – se l’incastro fallisce, il pezzo non riesce, il cubo lo butti dalla finestra, e il protagonista muore!

"lapubblicaquiete" è il vostro EP d’esordio. Volete raccontarci com’è nato questo brano?
L’EP contiene tre brani che sono stati selezionati ad hoc da una base molto più ampia di idee in vari stati di avanzamento, e che ci sembravano i più adatti a rappresentarci in questa precisa fase. Solitamente tutto prende forma da uno scheletro proposto da Dario o Gianluca, molto spesso in forma di sequenza elettronica, che il resto del gruppo si occupa di sporcare e imbastardire con i vecchi strumenti “analogici”.

Che esperienza è stata lavorare con i Velvet?
Senz’altro un’esperienza molto formativa e stimolante. Ci hanno innanzitutto aiutato a capire quale direzione prendere e che tipo di colorazione sonora dare ai brani, inoltre hanno fatto un lavoro di missaggio e produzione pazzesco valorizzando moltissimo il materiale grezzo che avevamo registrato in maniera piuttosto “casareccia”.


Il disco è stato anticipato dal singolo “Pornografia”. A che oscenità vi riferite?...

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mercoledì 23 ottobre 2013

Intervista al gruppo texano Balmorhea



I Balmorhea (pronunciato Bal-More-Ay) sono un sestetto di Austin, Texas, fondato  nel 2006 da Rob Lowe e Michael Muller che suonano chitarra, pianoforte, banjo. Sono poi subentrati Aisha Burns — violino, Dylan Rieck — violoncello, Travis Chapman — contrabbasso e Kendall Clark — percussioni.
La band prende il nome da un piccolo paesino del Texas e proprio come il suo moniker la musica della formazione riflette motivi e immagini del sudovest americano: il folklore texano, i paesaggi montuosi, la solitudine, la natura e la notte, in un sound strumentale, elegante e suggestivo che spazia dal folk, al post-rock, all'avanguardia. Durante gli anni il gruppo ha accolto nuovi membri, tra cui una sezione d'archi e percussioni, che hanno contribuito a rendere la musica dei Balmorhea concisa e complessa al tempo stesso, arricchendo ulteriormente lo spettro sonoro della band.
L'ultimo album dei Balmorhea, “Stranger”, è stato pubblicato nell’Ottobre 2012 da Western Vinyls/Goodfellas.

La Voce li ha intervistati per voi.

Vi sono piaciuti i concerti in Italia?
Gli italiani hanno un posto particolarmente speciale nei nostri cuori. Ogni volta che abbiamo suonato qui la gente ci ha dimostrato calore e affetto.

Com’è nato “Stranger”?
“Stranger” è stato congegnato, scritto e registrato con tempi molto più lunghi rispetto ai nostri lavori precedenti . Vi abbiamo dedicato più tempo rispetto a quelli passati e abbiamo sperimentato con il testo, con processi e il mixing rispetto ad altri album . E’stato registrato in tre studi diversi con tre tecnici diversi e ognuno ha messo a disposizione le proprie tecniche e qualità per rendere “Stranger” la nostra opera più completa.

Come avete scelto di fare musica senza l’uso delle parole?
Non abbiamo mai deciso di essere un gruppo “senza parole” . Ma in qualche modo , i testi e la struttura generale "canzone" non sembrava avere un senso, e comunque il prodotto era qualcosa di forzato, innaturale. Invece le composizioni strumentali si sono sempre sviluppate in maniera naturale.


In che modo il Texas ha influenzato la vostra musica?...

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venerdì 27 settembre 2013

“Siamo ‘Briganti’ moderni”. Intervista Migaso & I Briganti



Una band nata oltralpe, in Francia, ma cresciuta respirando l’aria e la culturale musicale del nostro Paese. Questi, in sintesi sono Migaso & I Briganti.
La natura ambivalente del gruppo si riflette in ogni nota dei brani da loro interamente scritti e prodotti, riuscendo a trovare giusta sintesi tra elettrorock e la tradizione italiana, quello che Migaso, frontman della band, chiama il Blues Calabrese. Abbiamo intervistato proprio lui, in seguito all’uscita del loro secondo album “Luminescenza”.

Come avete scelto il vostro nome?

“Migaso” è un segreto che custodisco preziosamente...
Per quanto riguarda invece i “Briganti”, ho battezzato la mia band in tal modo perché penso che più che mai oggi la nostra società abbia bisogno di gente che possa difenderla e si prenda cura della libertà di espressione, argomento di cui parlo continuamente nelle mie canzoni. Siamo “Briganti” moderni nel senso che, in questi tempi difficili e di crisi, siamo messaggeri portatori di speranza e di valori oramai persi.
                                                                                                                                
Da che ispirazione è nato questo vostro secondo album “Luminescenza”?

A parte il fatto che sono un appassionato di filosofia e di simbolica, direi che l'ispirazione per  “Luminescenza” proviene dagli eventi della mia vita e dall’ attualità mondiale. Siamo tutti immersi in un sistema nel quale l’informazione ci attraversa in tutti i sensi 24 ore su 24 e inconsciamente o coscientemente ognuno di noi esprime la sua opinione. Io ho scelto la musica come terapia e “Luminescenza” materializza queste mie emozioni e questi miei pensieri.

Come vi siete conosciuti e quando avete deciso di lavorare insieme?

E’ stato un lungo percorso nel quale ho avuto modo di incontrare molta gente. Lungo il cammino ho conosciuto tanti musicisti con i quali ho condiviso molte esperienze e punti di vista. Alcuni sono rimasti al mio fianco, altri hanno seguito strade diverse. Il line up oggi è composto da 4 Briganti : Tew, alle tastiere, MPC, computers e seconda chitarra, un vero multi strumentista; Nko al basso e backing vocals, una persona con un cuore enorme; Bam, alla Batteria, è l’ultimo arrivato nella Band, viene da Montreal, in Québec, e ci arricchisce con il suo modo di suonare molto US; infine io, canto in Italiano e suono la chitarra.

Cosa si dice in Francia di voi?


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venerdì 20 settembre 2013

Intervista a Robb Cole: “Voglio migliorare sempre”



Robb Cole, nome d’arte di Roberto Colonna, è cantante, cantautore, ballerino e designer. Dopo l’uscita del suo primo album  "Ecco l'estate", ha avuto modo di collaborare con grandi artisti come Fiordaliso, Mino Reitano, Enrico Ruggeri, I Nomadi, solo per citarne alcuni.
A ottobre uscirà il suo prossimo singolo «The Rhythm Of Life» siamo andati a chiedere qualche anticipazione…

Sei svizzero con origini italiane, eppure hai scelto un nome d’arte. Come mai?
Il primo album è uscito con il mio nome di battesimo: Roberto Colonna. In seguito, volendo percorrere un altro traguardo cioè cantare anche in inglese per oltrepassare il confine, era necessario un nome più adatto, cosi  con il mio produttore di allora e il mio socio dalla Rc-Music Records, decidemmo di usare un nome d’arte usando i diminutivi del mio nome. Così è nato Robb Cole.

Quando e come hai iniziato a cantare?
Ho iniziato prestissimo, già a 5 anni quando alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?”, la risposta era sempre la stessa: “Il cantante”.
La mia prima esibizione su un palco risale ai 12 anni, se non ricordo male, in un locale piccolo. Stavo suonando il violino insieme ai compagni della scuola di musica e dopo il concerto, mi hanno fatto cantare un brano.
Dopo di quell’esibizione non ho più lasciato il canto, ho iniziato a prendere parte a vari concorsi sia in Svizzera che in Italia  con brani editi di artisti già di fama. Adoro la scarica di adrenalina che ho quando salgo sul palco! Inoltre mi sono messo a studiare il canto classico che mi ha sempre affascinato cantando anche in vari piccoli Musical: voglio migliorare sempre.

Però sei anche ballerino e designer…
Sì, mi piace il ballo e sul palco voglio sempre dare il meglio. Per un brani dance vuole anche uno show, perciò il ballo è fondamentale per poter intrattenere il pubblico al massimo durante un concerto: è a ciò a cui tengo di più.
Potrei definirmi un “designer per caso”, dato che al mio primo trasloco volevo dei mobili che non si trovavo da nessuna parte, cosi mi sono messo a disegnare ciò che volevo.
Poi mio padre che è falegname di professione, li ha costruiti.
 Ho riscosso un discreto successo e ho continuato creando una Linea di gioielli e ultimamente dei Quadri Digital Art Design.
Mi piace perché mi rilassa e mi aiuta a  trovare il giusto equilibro.


Il tuo prossimo singolo “The Rhythm Of Life “ uscirà in ottobre. Vuoi anticiparci qualcosa?

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