Il video, per la regia di Ginevra Berti per Imeji Studio, è volutamente giocato sul parallelismo tra un Andrea giovane e un Andrea bambino, entrambi alla ricerca di un proprio spazio, un posto nel mondo.
Il sorriso dell’Andrea bambino e quello dell’adulto si specchiano uno nell’altro, occhi negli occhi pieni di domande alla ricerca di risposte che forse ancora non sono pronte ad arrivare.
L’artista bolognese riesce a mixare soul, elettronica e un pizzico di melodia italiana portando nel panorama musicale qualcosa di nuovo, che evidentemente lo rende speciale.
Andrea ha inizialmente intrapreso la strada della formazione musicale accademica, frequentando la Music Academy di Bologna e i corsi del primo anno diconservatorio Jazz, ma quasi immediatamente la sua attitudine alla composizione si è rivolta verso tutti i nuovi strumenti che la tecnologia digitale mette a disposizione.
Gli bastano un computer, una loopstation e poco altro per riuscire a comporre brani capaci di creare attorno a sè un'atmosfera magica e catapultare l'ascoltatore nel mondo musicale inglese e in quello americano tra Massive Attack, Timbaland, Justin Timberlake, Mark Ronson e Usher, il tutto rigorosamente in lingua italiana.
Una notte stavo suonando il piano che con grande sforzo ero riuscito a farmi regalare dai miei familiari per Natale – rivela il giovane Andrea – Volevo scrivere una melodia che esprimesse con pochi accordi tutto quello che avevo dentro. Dopo poche note ho avvertito una magia ed ho continuato a suonare, mentre le parole e la melodia comparivano dal nulla nella mia mente.
Ascoltandomi mentre componevo mi veniva da piangere, avvertendo un senso di rilascio da me stesso – prosegue - Era come se stessi depositando un grosso peso per la prima volta dopo tanto tempo, inscatolandolo in poche frasi, un modo per liberarmi da tutta la pressione alla quale sono sottoposto nella mia vita. Avevo trovato una cura, avevo trovato un posto per me.
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