BarmaGrande sono ormai una realtà consolidata nella
scena reggae italiana.
Il
trio è composto da Emma Lercari e dai fratelli Sandro e Marco
Donda i quali dopo l’ultima
produzione della band, ‘Libertà’, il quinto album in studio co-prodotto con Stephen
Stewart si sono raccontati a La Voce.
Vi definite una
band "reggae roots", cosa significa?
Il roots reggae è il reggae delle origini,
quello suonato da Bob Marley per intenderci e dai foundations cioè dai
fondatori della musica reggae: Gladiators, Congos, Abyssinians, Burning Spear…
E' una musica solare e rilassante, con belle
melodie, dai contenuti profondi, spirituali, che hanno le radici nella nostra
cultura. Nella cultura jamaicana rasta il reggae e la musica nyabinghi hanno un
potere curativo. Noi speriamo che anche il nostro reggae abbia questa qualità.
Cosa vi ha portato a fare
musica?
Barmagrande
è una band che suona da 18 anni, la musica è un modo di vivere, la ricerca
delle parole, dei messaggi, delle melodie, del groove. Chi fa musica passa il
proprio tempo immerso in questo tipo di ricerca. Tutti dovrebbero fare musica,
farebbe bene a un sacco di persone.
‘Libertà’ è
il vostro quinto album. Cos’è per voi essere liberi?
La libertà di cui si parla nella nostra canzone è la
libertà dall'oppressione, specialmente rivolta al popolo tibetano che soffre
enormemente per la crudeltà del regime di occupazione cinese. I cinesi dicono
che il Tibet fa parte della Cina, ma i superstiti tibetani non la pensano così:
120 persone si sono bruciate vive in 2 anni per protestare contro la violazione
dei diritti umani. Non ne possono più.
Per noi la libertà è essere liberi di scegliere, di
professare la propria religione, la libertà di pensiero e di parola. La libertà
dallo sfruttamento delle persone e del Pianeta. La libertà dall’asservimento
economico, finanziario e culturale.
Nell’era in cui tutti
scaricano musica illegalmente, vostro album è in free download.
Come mai?
Perché a noi non interessano i diritti d'autore. Per
noi sono solo una farsa, servono a chi è dentro al sistema e noi siamo
totalmente al di fuori. Almeno abbiamo la possibilità di divulgare la nostra
musica gratis, come ci pare, abbiamo ancora questa possibilità con internet ed è
questo che ci interessa...
L'intervista continua qui
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