giovedì 7 febbraio 2013

Intervista esclusiva ad Antonio Maggio: ‘La musica italiana non è in crisi’




Antonio Maggio nasce a San Pietro Vernotico vicino a Brindisi nel caldo 8 agosto dell’86 e vive a in provincia di Lecce dove, fin da bambino, mostra la sua inclinazione per la musica e il canto in particolare.
Nel 2003 Antonio conosce il grande pubblico con la finalissima del “Festival di Castrocaro Terme – Voci e volti nuovi”, passa per la  Rai come corista nel programma “Oscar TV – Premio Regia Televisiva”.
Dopo una finale nell’Accademia della Canzone di Sanremo, nel 2007, insieme agli amici Antonio Ancora, Michele Cortese e Raffaele Simone, avvia il progetto Aram Quartet, inedita vocal band che, dopo i primi mesi impiegati nella creazione di un proprio progetto, entra a far parte del format televisivo “X Factor”. Il gruppo ne uscirà vincitore con un contratto discografico con Sony BMG.
Dopo il primo singolo da solista, “Inconsolabile”, uscito nel luglio 2011, Antonio si prepara a partecipare alla 63° edizione del Festival di Sanremo nella Sezione Giovani con il brano “Mi servirebbe sapere”.

Quando hai iniziato a cantare?
Ho iniziato da bambino a casa. A 2 anni cantavo le sigle delle trasmissioni televisive di “Quelli delle notte…” e “Indietro tutta” per la gioia di mamma e papà!

X-Factor ti ha lanciato. Cosa ti ha lasciato quest’esperienza?
È stata un’esperienza davvero bellissima, considerando anche l’esito cioè i due dischi ed il tour in giro per l’Italia con gli Aram Quartet. Posso dire che grazie a X-Factor abbiamo potuto vivere il nostro sogno, anche se poi è arrivata la decisione di separarci.

Leo Longanesi  diceva “L'arte è un appello al quale molti rispondono senza essere chiamati”. Non pensi che il proliferare di reality e talent degli ultimi anni confermi questa citazione?
Ai provini si presentano migliaia di giovani che magari hanno un sogno nel cassetto però sono poco dotati. Quindi sì, posso dire di essere d’accordo.
Anche se secondo me fare il giudice è terribile! Io non saprei mai scegliere 20 persone sulle 20 mila che si presentano.

Cosa ti aspetti dal Festival di Sanremo?
Cosa mi aspetto? Nulla! Penso che la gara vera sia tra i Big e che per i Giovani il grande successo sia già salire su quel palco.

Hai qualche rito scaramantico prima di esibirti?...

L'intervista continua qui 

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