Antonio Maggio nasce a San Pietro Vernotico vicino a Brindisi nel
caldo 8 agosto dell’86 e vive a in provincia di Lecce dove, fin da bambino,
mostra la sua inclinazione per la musica e il canto in particolare.
Nel 2003 Antonio conosce il
grande pubblico con la finalissima del “Festival di Castrocaro Terme – Voci e volti
nuovi”, passa per la Rai come
corista nel programma “Oscar TV – Premio Regia Televisiva”.
Dopo una finale nell’Accademia
della Canzone di Sanremo, nel 2007, insieme agli amici Antonio Ancora, Michele
Cortese e Raffaele Simone, avvia il progetto Aram Quartet, inedita vocal band che, dopo i primi mesi impiegati
nella creazione di un proprio progetto, entra a far parte del format televisivo
“X Factor”. Il gruppo ne uscirà
vincitore con un contratto discografico con Sony BMG.
Dopo il primo singolo da solista,
“Inconsolabile”,
uscito nel luglio 2011, Antonio si prepara a partecipare alla 63° edizione del
Festival di Sanremo nella Sezione Giovani con il brano “Mi servirebbe sapere”.
Quando hai iniziato a cantare?
Ho iniziato da bambino a casa. A
2 anni cantavo le sigle delle trasmissioni televisive di “Quelli delle notte…”
e “Indietro tutta” per la gioia di mamma e papà!
X-Factor ti ha lanciato. Cosa ti ha lasciato quest’esperienza?
È stata un’esperienza davvero
bellissima, considerando anche l’esito cioè i due dischi ed il tour in giro per
l’Italia con gli Aram Quartet. Posso dire che grazie a X-Factor abbiamo potuto
vivere il nostro sogno, anche se poi è arrivata la decisione di separarci.
Leo Longanesi diceva “L'arte è un appello al quale molti rispondono
senza essere chiamati”. Non pensi che il proliferare di reality e talent
degli ultimi anni confermi questa citazione?
Ai provini si presentano migliaia
di giovani che magari hanno un sogno nel cassetto però sono poco dotati. Quindi
sì, posso dire di essere d’accordo.
Anche se secondo me fare il
giudice è terribile! Io non saprei mai scegliere 20 persone sulle 20 mila che
si presentano.
Cosa ti aspetti dal Festival di Sanremo?
Cosa mi aspetto? Nulla! Penso che
la gara vera sia tra i Big e che per i Giovani il grande successo sia già
salire su quel palco.
Hai qualche rito scaramantico prima di esibirti?...
L'intervista continua qui
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