lunedì 3 giugno 2013

"Se non cambiamo le carte in tavola, nessuno lo farà al posto nostro". Intervista al cantante e autore Jacopo Ratini


La prima impressione che si ha su Jacopo Ratini è che sicuramente è un tipo un po’ sui generis, nonostante l’aria da rocker che ai tempi del liceo mi avrebbe fatto sbavare nei corridoi.

Appassionato di musica sin di piccolo, Jacopo inizia a fare della sua passione un mestiere nel 2008.
Disturbi di personalità, il suo ultimo album, prodotto dall’Etichetta Atmosferica Dischi, sono composto da 11 brani in chiave “pop d’autore”, con musiche divertenti, ballabili e testi schietti, diretti e riflessivi, che oscillano tra il sociale, l’ironico e l’intimista. Per la parte grafica, ha affidato le sue idee al geniale pennello di Marino d’Amore (già autore delle vignette ironiche del suo libro Se rinasco voglio essere Yoko Ono) che ha raffigurato, sulle dita di una mano, i personaggi rappresentanti vari disturbi di personalità: il depresso, il killer antisociale, l’esibizionista, l’uomo affetto da personalità multipla (Napoleone) e sul pollice, in ultimo, la caricatura di Jacopo Ratini che li guarda impaurito ed esterrefatto.
Cantautore, scrittore di poesie e racconti, Jacopo appare subito un ragazzo ricco di sfaccettature che sono curiosa di conoscere.
Leggete cosa mi ha raccontato…

Jacopo, parliamo di musica, una delle tue passioni. Nel 2010 hai partecipato a Sanremo con una canzone d’amore intitolata Su questa panchina.  Cosa ci puoi raccontare di questa esperienza?
Sicuramente è stata una bella esperienza da un punto di vista artistico e anche formativo perché comunque pur essendo autore e scrittore, la mia massima ambizione era il Festival di Sanremo, ho sempre avuto il pallino.
Nel bene e nel male, con tutte le voci positive o negative intorno a questo evento resta la manifestazione più importante della musica italiana. Per me sin da piccolo era un sogno che poi si è avverato e quando i sogni li vivi, conosci tutto anche i retroscena. È un’esperienza che rifarei, poiché la considero positiva nel complesso.

Mi ha colpito molto un tuo brano Studiare, Lavoro, Pensione e poi Muoio. Ce la godiamo poco?
Sicuramente il messaggio è che stavo sbagliando strada. La mia pancia, il mio cuore e la mia testa erano in contraddizione. Io lavoravo in un ufficio 8-9 ore al giorno, facevo selezione del personale (Jacopo è laureato in psicologia del lavoro, e si nota anche dalla sua abilità nell’aggirare l’ultima domanda, ndr) e la mia anima aveva preso un’altra strada. Dico infatti “farò la rock star quando sarò in pensione” perché pensavo che avrei fatto l’artista solo dopo. Era ingabbiata in un ruolo che poi è la vita quotidiana, siamo tutti costretti a fare cose che non ci piacciono, ma vanno fatte.
Una volta si studiava per avere un lavoro migliore, una pensione e avviarsi alla fine della vita. Oggi invece si studia tanto, per lavorare... Poco, la pensione chissà chi la vedrà. Solo la morte è rimasta una certezza!
Ma se non cambiamo le carte in tavola, nessuno lo farà al posto nostro.


Hai collaborato con Claudia Koll curando la colonna sonora del suo musical Vacanze Romane. Hai avuto modo di conoscerla?...

L'intervista continua qui

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