lunedì 24 dicembre 2012

Intervista esclusiva ad Andre Mingardi. "Ascoltate il mio cd: i muri di casa si coloreranno di rosa"




“Sara, diamoci del tu!”. Andrea Mingardi è come lo vedete: spontaneo, alla mano e ironico. Rompe subito il ghiaccio con quella frase ed è impossibile non sentirsi a proprio agio, sembra di essere al telefono con un amico di vecchia data. L’inconfondibile voce, un po’ roca, viaggia da un argomento all’altro: risponde alle domande, dice la sua e chiede a me cosa ne penso. 

Il cantante si racconta a La Voce. 

Andrea, che farai a Natale? Innanzitutto guarderò sorridendo i Maya! 
Poi farò le solite cose che fanno tutti: starò insieme alle persone che amo facendo cose semplici. Io, la mia compagna e le mie figlie abbiamo una missione: cercare di non ingrassare!
Auguri auguri auguri è un disco natalizio d’essai registrato con la The RossoBlues Brothers Band, formazione allargata di grandi musicisti diretta dal maestro Maurizio Tirelli con la quale ti sei divertito a reinterpretare in chiave inedita brani senza tempo né età. Come è nata l’idea di comporre quest’album? Il regista del film Il peggior Natale della mia vita mi ha confidato: “Per me è il Natale coincide con l’iconografia americana: Babbo Natale, l’albero, il camino acceso, i regali, ciò che salta agli occhi anche nei film in bianco e nero degli anni ‘50.” Allora sono andato a cercare delle canzoni meravigliose, con la mia band ne abbiamo riadattate alcune tra cui White Christmas, ne abbiamo cambiato la melodia e le abbiamo suonate in modo, se posso dirlo, delizioso, anche grazie al l supporto delle Soul Sisters (Manù Cortesi e Vanessa Vaccari, ndr) che cantano con noi. Un fenomeno assoluto! 
Condisco la canzone un tocco di soul e blues e grazie al contributo gospel è diventato un prodotto straordinario, ogni volta che lo suoniamo ci diverte. 
Auguri auguri auguri è la canzone scelta per lo spot Conad. Doveva essere una canzone come le altre, ma riascoltandola ci siamo resi conto che aveva vita propria: è una canzone augurale, più evocativa di “Tanti auguri a te!”, che viene consumata in 5 secondi di imbarazzo durante le feste di compleanno. La mia canzone offre un quadro su passato presente e futuro sconvolgente, per questo l’abbiamo scelta come titolo. Tutti abbiamo bisogno di un happy end.
“Tanti auguri cancelliamo gli anni duri”, recita il testo della canzone. C’è un riferimento alla crisi che il nostro Paese sta vivendo? 
Gli anni duri ci sono sempre: non è solo la crisi che ha messo in ginocchio le famiglie. Ci sono momenti up e momenti down e dobbiamo avere la forza di pensare all’alternanza delle stagioni. 
Se metti su il cd e lo lasci andare, i muri della casa si colorano di rosa. C’è qualcosa in queste note che aiuta e tira su il morale: è un’iniezione di serenità.
In un’intervista di qualche anno fa hai dichiarato: “Penso che la musica italiana manchi un po’ di rivoluzione”. Come mai? 
Certamente non è una critica alla musica italiana perché parte dal dio della musica, ho le mie responsabilità anch’io. Se penso a ciò che hanno fatto alcuni, dai Genesis a Jimi Hendrix, dagli Essence alla Premiata Forneria, l’alta richiesta che c’è da parte di case discografiche e anche da parte della televisione che vuole un risultato mediocre nell’immediato, mi induce a pensare che si è un po’ creata l’idea dell’usa e getta, tutto può essere sostituito. Non c’è una gran voglia di coinvolgimento e di rivoluzione, e se magari qualcuno è rivoluzionario o coinvolgente di certo né radio né tv gli danno spazio. 
Ad esempio, ieri sera ho visto X-Factor e come si fa a dire che i concorrenti cantano male? È impossibile! C’è un apparato scenografico che nella nostra carriera non ci siamo mai sognati di avere, che aiuta a fare digerire al pubblico un copione che non reggerebbe da solo. Tutti sono bravi, ma sembra il campionato mondiale di karoke! Poi magari c’è anche qualcuno che ha delle qualità però un conto è eseguire performance originali aiutato da scenografia clamorosa, un altro è il percorso singolo dell’artista e l’artista è sempre da solo, è così costruisce il suo edificio: nella solitudine. Questo è un elemento che manca, infatti la maggior parte di loro, finita la trasmissione, apre una pizzeria. 


L’album contiene inoltre la colonna sonora del film Il peggior Natale della mia vita, secondo episodio che fa da sequel alla saga ideata e diretta da Alessandro Genovesi, che ti vede fra l’altro nuovamente in veste di attore in compagnia di Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Laura Chiatti. Come ti sei trovato sul set? Una vera famiglia! Interpretando il padre di De Luigi, non solo in questo ma anche nel film precedente, avevo già instaurato con Cristiana, con Fabio, con Antonio, con il regista, con il produttore un rapporto fraterno. Il cinema è faticoso: stai in piedi 4 ore per provare una luce e dire ‘Buongiorno!’, però è stato fantastico, ci siamo molto divertiti, anche grazie ad Ale&Franz e Laura Chiatti, uno splendore assoluto. Il film è quello che si dice una straordinaria e leggera commedia italiana ben riuscita. In fondo il cd, che riporta canzoni della colonna sonora, e il film vanno nella medesima direzione: vogliono mostrare alla gente che un altro scenario è possibile, non solo quello di telegiornali, di disastri incombenti che ci vengono caricati sulle spalle quotidianamente


Musicista, scrittore, attore… Che altri progetti hai per il futuro? 
Sto lavorando già da mesi al mio nuovo disco di inediti e ho voglia di fare qualcosa di davvero coinvolgente, anche solo per divertimento. 

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